mercoledì 18 settembre 2013

Profumo di rose e di salsedine...l'arcobaleno.

Era ormai novembre 2011 e attraversavo un periodo un pò pesante come spesso capita nella vita ed ero in casa in malattia. Ero in veranda al primo piano e lavoravo la maglia. Successe una cosa particolare:

"...lo sguardo basso... immersa nel mio profondo blu...una voce interiore mi chiede di alzare lo sguardo verso il cielo e dire cosa vedo. La trovo fastidiosa, inopportuna e pedante. Sollevo appena lo sguardo ma ritorno rapida al mio lavoro e con tono cantilenante rispondo le nuvole, il cielo...l'aria... La voce, forse maschile, mi chiede di sollevare ancora lo sguardo “...e poi?” Sì, tutto meraviglioso, dico io, le nuvole bellissime, l'azzurro del cielo, non vedo altro..tutto bello sì. La voce resta in un paziente e forse compassionevole silenzio. Finisco gli ultimi punti e raccolgo il mio lavoro, ritiro la roba stesa. Sollevo lo sguardo dall'altro lato del cielo...L'arcobaleno".


Il tempo di scendere in giardino e l'arcobaleno si dissolve in un attimo.


Dentro il cancello respiro il profumo di casa mia, quel misto di salsedine, erba e rose. Le rose. Vivrei in mezzo ad esse, vivrei per essere una rosa. Intensa, densa, piena e insieme leggera, impalpabile velluto dal profumo così delicato che quasi ti sembra di immaginarlo. Feconda rosa. Difende la sua breve vita con le spine che restano nonostante cadano i petali. Un pò come me.

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