martedì 24 settembre 2013

Codino e le sue amiche.

Già dalla fine di Marzo erano comparse insieme a Codino due micie meravigliose. Una calico e una miele.
Il gatto “miele extracomunitario” doveva aver sparso la voce in giro circa la possibilità di essere sfamati e curati dalla sottoscritta. Continuavo a dir loro “Non è che io ho aperto la mensa per i poveri eh!?” ma mi guardavano con quello sguardo languido che non poteva che conquistare. Eppure il mio pensiero andava alla povera Esterina che lasciavo sempre più di frequente in casa.
La calico era visibilmente “gonfia” e quindi a nominarla “Incinta”. Dare il nome a un gatto per me equivale a creare un rapporto indissolubile con lui, o per dirla anche diversamente ad adottarlo, quindi mi tenni sul vago. Ero indecisa se considerarla davvero incinta o gonfia di vermi. In effetti entrambe erano vere.

Compariva ogni giorno per la pappa e poi se ne andava insieme alla gattina miele, Mielina, probabilmente nel giardino dei bolognesi in fondo alla via. Pensai quindi che abitassero lì.
Ai primi di aprile Incinta scomparve per due giorni e quando tornò non aveva più la pancia. Il giorno del suo ritorno insistentemente richiedeva carezze. Mi domandai dove fossero i suoi mici. Da allora ogni volta che salivo in macchina controllavo il cofano temendo ci finissero dentro.
Incinta e la Mielina arrivavano puntuali, davano una pappina a Codino, così tanto per mettere subito le cose in chiaro, mangiavano e se ne andavano.
Decisi che fintanto che venivano una volta al giorno avrei dato loro qualcosa da mangiare.
Ma un giorno di metà maggio, dopo un giorno di assenza, spuntò Mielina dietro Incinta con l'occhio sinistro completamente ricoperto da un grumo di sangue nero coagulato.


Che impressione! Mi impanicai e dovetti tornare dentro casa per sedermi sul divano e riprendermi. Mi accorsi quando andai in difetto d’ossigeno che non stavo respirando. Ero in apnea fissa su quell'immagine! Mi sembrava non avesse nemmeno più l'occhio. Mi armai di coraggio e uscii a riempire abbondantemente i piattini per entrambe, mamma e figlia. Seguii poi il consiglio di un amico dandole una pastiglietta di antibiotico. Era diffidente e non si lasciava avvicinare. Direi impossibile portarla dal veterinario.
Per fortuna Mielina veniva mattina e sera puntualissima e riuscii a darle l’antibiotico con regolarità.
Il suo pensiero in quei giorni mi tormentava. Sicuramente aveva preso un colpo o si trattò di un graffio durante una lotta che le lesionò la cornea. Ma avevo un nodo alla gola, una voglia di piangere e un senso di inquietudine che mi spiegai solo in parte con il terrore che le avessero fatto intenzionalmente del male. Non riuscivo a concentrarmi su nient'altro che lei.
Quel giorno tornai in casa e abbraccia Monsieur, che stranamente rimase lì fermo...forse un pò incerto sul significato di quello strano mio gesto improvviso, ma mi diede un amore profondo che mi consolò un pò da quella terribile vista... Il nodo alla gola si sciolse in un pianto di tristezza.
Contattai il veterinario perché non potevo permettere che perdesse la vista! Non se lo meritava. Al diavolo i soldi! Al diavolo anche i miei famigliari e tutte le paranoie che mi mettono. Vorrei scappare da quella casa per andare a vivere in una con giardino con ampi muri di recinzione dove poter lasciare liberi i miei gatti di giocare all'aperto senza i pericolo della strada o di persone crudeli. Decisi di curare Mielina, sverminarla e darle l'antipulci... Non potevo certo portarmi anche loro dentro casa, ma avrei imparato a gestire dei gatti fuori lasciandoli liberi di morire per i pericoli che ci sono in zona... E non potevo nemmeno dimenticare di averne altri 5 che necessitavano dell'amore che ho sempre dato loro in questi 5 anni e che ora stavo sacrificando.
Non riuscii a portare Mielina dal veterinario, ma l’occhio presto si risanò, anche se la pupilla restò fissa. Iniziai a dare antipulci a Codino e a Incinta e misi una cuccia in resina per esterno così che Codino potesse ripararsi dalla pioggia, visto che solitamente restava immobile a bagnarsi!


Un giorno però riflettei sullo stato di abbandono delle due gattine.
“Considero Incinta e Mielina "di nessuno", perché Incinta è piena di pulci e vermi e Mielina ha un occhio insanguinato che nessuno si è preso la briga di curare! Allora i gatti che si lasciano allo stato brado per i soliti discorsi del c***o che devono "pascolare liberi e felici" sono ADOTTABILI da persone che li curino veramente. Quindi, se prima avevo delle resistenze a mettere un annuncio per Incinta perché la vedevo andare sempre dai bolognesi, ora non solo non me ne metto più ma addirittura penso che se MAI (ne dubito altamente) qualcuno si facesse vivo per cercarla qualora riuscissi a farla adottare, GIURO che gli farò pentire di averla cercata, perché lo denuncio a tutte le autorità competenti e associazioni per maltrattamento e qualunque altra imputazione mi venga in mente!!!”
In quei giorni, aver visto Mielina con l’occhio insanguinato, mi aveva fatto riflettere su quanta stupidità c’è tra le persone che continuano a dire che i gatti vanno lasciati al loro destino. Mielina è così dolce. Cammina a zig zag incrociando il passo della sua mamma "Incinta" dalla quale non si allontana mai. Per evitare di trovarmi decine di gatti in giardino, dopo Codino e Incinta, cercavo di non darle confidenza o addirittura di tenerla lontana, innescando una lotta interiore ferocissima tra il fortissimo desiderio di coccolarla e il timore di diventare una gattara piena di gatti in ogni dove.
Decisi di farle sterilizzare.



Una mattina di fine maggio, uscii come sempre alle 7 per andare al lavoro e nella cuccia di resina vidi una meravigliosa cucciola color miele. Strizzai gli occhi! Non avevo le visioni?!
Quella sciagurata di Incinta aveva portato una sua micina che non si lasciava minimamente avvicinare. Oh mamma! La notte la riportò via e non comparve per diversi mesi. Da allora Mielina e Incinta si alternavano. Pensai che lo facessero per non lasciare la micina da sola.
Feci sterilizzare prima Incinta e qualche giorno dopo Mielina perché non volevo che la Micina restasse sola, sempre che fosse ancora viva. Infatti poco prima dell’intervento Incinta arrivò zoppa probabilmente a seguito di un incidente stradale. Il veterinario mi disse che si trattava di una lussazione e che sarebbe rimasta zoppa. Temetti che fosse stata investita e uccisa anche la micina.
Quando Incinta tornò in giardino dopo la sterilizzazione Mielina le andò incontro strusciandosi addosso a lei e insieme se ne andarono dai bolognesi. Che dolcezza!


Ai primi di Giugno le due gattine, sempre inseparabili, venivano da me a mangiare e poi andavano via. Erano entrambe guarite completamente. Incinta divenne Eco e Mielina restò tale. La prima riprese a camminare perfettamente, a saltare e ad arrampicarsi e la seconda si muoveva con disinvoltura con l’occhio completamente aperto e pulito.
Ancora una volta, per le sterilizzazioni delle due gatte, i miei amici più cari si mobilitarono dividendo con me le spese veterinarie.
Il povero Codino dovette dividere le sue ciotole con le due gattine e sopportò le loro pappine.



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