venerdì 7 febbraio 2020

Oscar e la fiaba della principessa dai capelli d'argento (8)


-Mami mami continui la storia della principessa dai capelli d’argento?-

Va bene pisittino, allora, avevamo lasciato la strega dalla coda di topo nel regno delle ombre dove con la morte del re si era sciolto l’incantesimo sulla regina. Dopo qualche giorno la strega aveva iniziato il suo viaggio verso il regno di topazio con tutto il suo esercito di topi e ratti. Al loro passaggio tutto veniva distrutto. I poveri abitanti del regno delle ombre si erano nascosti in cima agli alberi ben sapendo che la strega aveva gran fretta di raggiungere il palazzo reale nel regno di Topazio e che avrebbe ucciso chiunque ostacolasse il suo passaggio ma di certo non avrebbe perso tempo prezioso per arrampicarsi sugli alberi. I gemelli armati con le loro spade magiche erano pronti a fermare la strega al confine del regno, ma non potevano immaginare che migliaia di topi l’avrebbero preceduta. Ruius impugnò in alto la spada e gettò fiamme su di loro, molti morirono abbrustoliti, ma per ogni decina di topi uccisi ne schizzavano fuori altri cento che correvano come furie inarrestabili verso il palazzo. Neanche Kastur con la sua spada pietrificante riusciva a fermarli tutti. Così non restò altro da fare che correre verso il palazzo per difendere sino all’ultimo il regno.

Ma mentre Kastur correva tra i sentieri alla volta del palazzo convinto di avere il fratello dietro di sé, Ruius era rimasto nascosto dietro una roccia in attesa di incontrare faccia a faccia la strega dalla coda di topo. L’esercito di topi era appena passato e in fondo si sentiva la voce stridula della strega incitare i suoi servitori a correre più veloci trainando la carrozza rivestita di velluto nero. Ruius uscì dalla roccia e si mise al centro della strada proprio davanti alla carrozza. Lanciò tre grandi fiammate e i topi servitori frenarono di colpo pronti a saltare al collo del giovane, ma come il padre anch’egli era abile e scaltro e li uccise uno dopo l’altro. La strega dalla coda di topo saltò fuori dalla carrozza e si avventò sul povero Ruius che agitava la spada in aria lanciando qui e là lingue di fuoco. La coda della strega era attorcigliata attorno al suo collo e stringeva sempre più forte, finché il figlio del re come suo padre morì lanciando un’ultima fiamma al cielo tanto in alto da illuminare tutto il regno per poi ricadere in basso e come un fulmine esplodere a terra provocando un grande boato. Kastur, che aveva preso un sentiero segreto, era ormai arrivato davanti alle porte del palazzo e accecato dal bagliore sollevò dapprima gli occhi al cielo e poi si girò indietro alla ricerca del fratello ma capì che qualcosa di terribile gli era accaduto. Non c’era tempo nemmeno per le lacrime, Kastur entrò nel piazzale del palazzo prima dei malefici topi. Avrebbe vendicato il fratello e suo padre a costo della propria vita. Era mezzanotte e in lontananza si udivano le strilla dei neonati.
Ma il gran finale lo vediamo la prossima volta.


Sí pisittino, certo che ti voglio bene.
-Molto mami?-
Certo pisittino.
-Molto molto mami?-
Sì pisittino, moltissimo.
-Moltissimissimissimo mami?-
Oscar..Posso finire il caffè?
-Dai bacino mami mami?-


Vediamo cosa fa Bea. Stravaccata al sole.


Questo sempre per quelli che... "prendi il letto matrimoniale che è più comodo!".



Amoreggiamenti domenicali.





Bea vedi di lasciarlo integro questo collare. Capito?
-Zia mi gratti?-




Yoga. La posizione della foca.


Collare nuovo per Bea. Il suo l'ha tolto e rosicchiato sino a tagliarlo in due pezzi. Piumone in brandelli con ovatta sparsa sul prato. Pantofole sotto l'ulivo con principio di rosicchiatura della suola.
Ma...stanare lucertole no?! Andare a funghi?! Lumache..?!


Che vitalità Bea!

Bea che dici? Giochiamo a qualcosa? Facciamo due salti in giardino?! Un lancio di corde? Un fosso?!... Guardia e ladri?! Nascondino?! Palla avvelenata?!

Capito.

-Sì mami mami, niente plin plin dell'allegria davanti alla porta mami-
Ecco bravo.
-Solo plinplin del bentornata a casa mami mami-

Oscar e la fiaba della principessa dai capelli d'argento (7)

-Matri raccontascte a storia?-
Va bene Tomasello. Allora, la sorella della regina da qualche tempo si era intrufolata nel regno di Topazio. Avendo saputo della morte del re e della conseguente liberazione della regina dalla maledizione della testa mozzata e memore della promessa di vendetta della strega dalla coda di topo decise di tornare nel regno di topazio e allearsi con la sorella nella difesa del regno. Avrebbe così anche potuto conoscere i suoi nipoti della cui nascita aveva saputo da alcuni viandanti che si erano spinti oltre i confini degli otto regni.
Purtroppo il suo passaggio aveva lasciato segni evidenti della maledizione che si portava dietro e la regina l’aveva capito subito. D’altra parte la presenza della sorella era indispensabile per combattere la strega dato che tra quest’ultima e la sorella c’era un legame malefico sin dalla nascita che aveva portato proprio alla morte della loro madre. Tuttavia gli abitanti del regno non potevano sopravvivere a lungo con le poche scorte che c’erano. Bisognava prepararsi al più presto a combattere e uccidere la strega dalla coda di topo o non ci sarebbe stata più vita nel regno degli otto vulcani. I gemelli decisero di partire con le loro spade magiche a caccia della strega con l’intento di fermarla e ucciderla prima che riuscisse a varcare i confini della terra di Topazio. Satim sarebbe rimasto con la madre e la sorella a difesa del regno di Topazio. Tutti si prepararono a combattere la strega.
La regina con Estfilius andarono alla ricerca della sorella che alcuni saggi del consiglio ne avevano individuato la presenza dentro la grotta delle stalattiti piombo.
La giovane principessa dai capelli d’argento, obbligata a stare nella sua camera protetta da 10 servitori, si buttò nel letto e prese in mano il diario della nonna. Sfilò il grande fiocco dal cui nastro scivolò una chiave d’oro. La prese in mano, la osservò e poi la mise da parte senza farci più caso. Aprì il diario a metà e lesse una riga a caso:
“…una volta che il vino bolle, immergere gli aromi precedentemente preparati e aspettare tre minuti…”. Ma come? Pensò. La nonna mi ha regalato un ricettario di cucina? Voleva forse che diventassi cuoca?? Aprì arrabbiata un’altra pagina a caso e lesse: “…tagliare con un coltello di ebano e lasciare essiccare al sole di mezzogiorno per sette minuti. Coprire con un telo di lino bianco candido la parte e nel mentre preparare del sale con foglioline fresche di menta….” Ma insomma, disse a voce alta, io non diventerò mai una cuoca, cosa me ne faccio delle ricette di cucina? Lanciò via il diario dal quale uscì una busta sigillata che la principessa non vide. Uscì dalla stanza ma venne rispedita dentro dai servi per ordine della regina per motivi di sicurezza. Fu proprio tornando in camera che si accorse di quella busta. La aprì e lesse:
“Mia adorata nipote, nelle tue mani il destino del regno. Nei tuoi capelli il potere della guarigione, della forza e della luce. Sia il mio diario lo strumento che nelle tue mani prudenti ridarà nuova vita al regno. Ti ho amato e cresciuto come una figlia, ma non una figlia qualsiasi. Tu sei l’eletta, la figlia della luna. Sii degna del compito che sei stata chiamata a svolgere. Sii leale come tuo padre, generosa come tua madre, saggia come i tuoi nonni. Qui scoprirai chi sei. Leggi tutto con attenzione e imparalo per sempre ma non rivelare a nessuno il suo contenuto con tutti i suoi segreti altrimenti il potere ad esso connesso svanirà per sempre. Con amore, la tua nonna”
Ovviamente non aveva capito nulla di ciò che era scritto. I capelli? Il compito da svolgere? Figlia della luna? Che la nonna avesse perso il senno? Decise di leggere il diario dall’inizio. Così si ricompose, sedette a gambe incrociate sul letto, prese la chiave e la mise davanti a sé, il diario sulle ginocchia e iniziò a leggere.
Il diario era diviso in quattro parti. Nella prima la nonna rivelava alla nipote l’esistenza di un mobile segreto nella sua stanza dove negli ultimi mesi aveva conservato pozioni e macerati fatti con le erbe più rare del regno, oli e unguenti speciali. Mentre era ancora allettata di notte mandava le sue fidate ancelle a raccogliere le erbe che poi faceva preparare con le sue sapienti indicazioni. “Ecco cos’era quel via vai notturno” pensò la principessa. La curiosità della fanciulla era tanta e decise di andare subito nella stanza della nonna per scoprire questo mobile. Doveva solo convincere le guardie all’ingresso a farla uscire. Trovò un buon pretesto e scortata da due di loro entrò nella stanza della nonna. Di fronte al letto vi era l’armadio. Aprì le due ante e si sentì invasa dal profumo degli abiti della nonna. Il cuore le scoppiò di nostalgia e gli occhi si velarono di lacrime. Quanto avrebbe voluto che la nonna fosse là con lei a raccontarle il diario dal vivo. Mandò via i pensieri malinconici e continuò a rovistare ma inutilmente. Andò verso il comò ma l’anta si apriva senza chiave. Non c’erano altri mobili. Allora dove era la dispensa di cui parlava la nonna? Si sedette sul letto e il suo sguardo cadde sulla sponda che tante volte aveva visto soprattutto quando la nonna le permetteva di dormire insieme nelle notti di tempesta e lei si divertiva a seguire la storia illustrata nel pannello di legno dipinto a mano. Era la storia di una fanciulla che viveva in un giardino meraviglioso pieno di alberi da frutto, fiori coloratissimi e uccellini dai mille colori. Tutto era disegnato con dovizia di particolari e colori brillanti e vivaci. Si incantò su quel disegno che per tante notti aveva fatto da sfondo ai racconti della nonna. Quando all’improvviso lo sguardo cadde in un particolare. In uno dei tanti tronchi d’albero vi era un gufo. Chissà quante volte l’aveva visto, ma non aveva mai notato che gli mancava il becco. O meglio, la forma del becco non era dipinta come quella di tutti gli altri uccelli, era forata nel legno. Ebbe un’intuizione. Prese la chiave e la infilò nel becco del gufo e d’incanto si aprirono mille sportellini e cassetti e piccole antine. Ogni uccellino, fiore e frutto era il motivo decorativo di un cassettino. Guardò all’interno del cassetto del fagiano dalle piume d’oro e vi estrasse una boccetta di vetro marrone scuro. Non osò aprirla, non prima di aver letto tutto il diario, ma sbirciò in ogni cassetto. Erbe, rametti, pozioni, unguenti e profumi. Sentì il guardiano in procinto di entrare e velocemente girò in senso opposto la chiave nel becco del gufo e tutto si richiuse come prima. La guardia le chiese di ritornare al più presto nella sua stanza perché fra poco sarebbe stata di ritorno la regina. Ubbidì dando un ultimo sguardo alla sponda del letto della nonna. Poi tornò in stanza e continuò a leggere il diario avida di conoscere tutto il suo contenuto. Decise di leggerlo tutto d’un fiato per poi riprenderlo dall’inizio e studiarlo come voleva la nonna. La prima parte conteneva l’elenco di tutti quei composti contenuti nell’armadio segreto, cassetto per cassetto e di come prepararli, nella seconda vi era una lista di “ricette” per curare tutti i mali fisici dal mal di calli, al mal d’orecchie; la terza conteneva invece delle pozioni magiche dai nomi impronunciabili. Le pozioni erano composte da diversi profumi, essenze pure e distillati, ma tutte indistintamente avevano un filo d’argento...un filo d’argento come i suoi capelli. Ma certo, i suoi capelli allora erano magici, a questo si riferiva di certo la nonna. Arrivò all’ultima parte dal titolo “Maledizioni, stregonerie e segreti delle otto terre” ma un boato fortissimo fece tremare l’intero palazzo. Ma cosa fu questo trambusto lo raccontiamo la prossima volta.

Perché voi per cosa le usate le tovagliette all'americana??



Varchi la soglia di casa e....splash! Scarpa sulla pozza di plinplin dell'allegria di Oscar. Il tutto perché son tornata alle sette anziché alle tre e mezza.
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Poteva mancare la colazione acrobatica con la dengopisciodance??




Oscar e la fiaba della principessa dai capelli d'argento (6)

- Mami mami noi siamo pronti-
Sì, allora è giunto il momento di raccontare della sorella della regina.
Bisogna andare molto indietro. La madre della regina, dopo che ebbe la sua amata figlia, per anni non riuscì ad avere altri figli. Un giorno, in occasione di una passeggiata al mercato incontrò una giovane donna dai lunghi capelli neri così come neri e piccoli erano i suoi occhi. Vendeva stoffe e ricamava tessuti. Le sue mani si muovevano con una tale abilità da lasciare stupefatti. La madre della regina affascinata dalle stoffe si avvicinò per comprarne alcune da usare per confezionare dei vestiti alla sua bambina e al re. In procinto di accomiatarsi la donna la fermò e le diede uno scampolo di stoffa e un filo di seta nero. Le disse: “Se ricamerai tutte le notti da mezzanotte sino a prima dell’alba il tuo desiderio di maternità sarà esaudito”. La madre della regina restò sorpresa, non capiva come potesse sapere che desiderava proprio un altro figlio ma non ebbe il coraggio di chiedere nulla e andò via con le sue stoffe. Le notti si mise a ricamare col filo nero, del resto, pensò, non c’era niente di male. Così fu che la madre della regina restò incinta per la seconda volta, ma non fu una gravidanza felice. Al sesto mese venne colta da febbri alte e strani mancamenti. I medici le raccomandarono riposo assoluto ma una vera spiegazione di quei malesseri non riuscirono a trovarla. La regina aveva appena compiuto sei anni quando nacque la sorella. Fu un parto molto sofferto e appena la neonata venne alla luce la madre spirò. Nonostante la giovane età, la regina si occupò in ogni modo della sua sorellina. Certo entrambe vennero cresciute dal loro padre, un onesto fabbricante di liuti e dalla zia paterna. Le due sorelle erano molto diverse sia fisicamente sia caratterialmente. La sorella della regina aveva i capelli lunghi e neri, gli occhi piccoli di un blu talmente profondo da non riuscire a sostenere a lungo il suo sguardo per paura di sprofondarci. Ma la particolarità della sorella era una malformazione della bocca o meglio degli incisivi che crescevano a dismisura tanto da dover richiedere una continua limatura. Si vergognava di questo e pertanto non aveva amici, l’unica persona con cui giocava e trascorreva il suo tempo era la sorella che la proteggeva dalle prese in giro degli altri bambini e la riempiva di regali e giochi. Quando la sorella maggiore conobbe il nuovo re della terra degli otto vulcani e innamoratissimi decisero di sposarsi, chiese al re di portare a palazzo anche la povera sorella. Tanto era buono il re che accettò di buon grado e anzi le fece dare un’istruzione dai più grandi e fidati maestri del regno e le assegnò delle ancelle che le tenessero compagnia visto che lei per la vergogna non voleva vedere nessuno al di fuori del palazzo. Assecondò anche il suo desiderio di suonare il liuto. Così di giorno suonava e per gran parte della notte ricamava e filava. Un giorno, incuriosita da uno strano verso proveniente dai granai, decise di entrarvi e vi scorse un piccolo topolino. Sembrava quasi che la stesse chiamando. Così decise di avvicinarsi e poi lo seguì verso la stalla. Il topolino si fermò davanti a uno specchio. La sorella della regina si specchiò e vide una splendida ragazza dai capelli corvini, i denti perfetti e gli occhi color blu cobalto. Si spaventò e si voltò immediatamente pensando che l’immagine riflettesse qualcuna alle sue spalle. Ma non c’era nessuna. Riguardò lo specchio. Era proprio lei. Ma come era possibile? Affianco all’immagine di quella bellissima fanciulla comparve una donna dai capelli neri e gli occhi piccoli e neri con una grande mantella grigia. Si voltò spaventata ma affianco a lei c’era solo il topolino. Allora la donna le parlò: “Sì cara, sono io il topolino che vedi. Una strega cattiva mi ha fatto un incantesimo ma tu puoi liberarmi”. La sorella della regina chiese come avrebbe potuto aiutarla e le promise che avrebbe fatto ciò che era in suo potere. “Dovrai portarmi di nascosto nella stanza del re, io starò ferma sotto il suo letto finché egli non andrà a dormire. Se riuscirò a trascorrere una notte con lui, l’indomani mi trasformerò nella fanciulla che sono e sarò libera. Ma dovrai lasciare che io stia sola e pertanto troverai una scusa per intrattenere tutta la notte la tua amata sorella”. All’inizio non era sicura di voler accettare, ma poi il topolino la rassicurò che una volta diventata fanciulla, il re avrebbe dimenticato la notte di concupiscenza e in cambio di questo enorme favore i suoi denti sarebbero tornati normali e così avrebbe potuto finalmente vivere una vita felice. Quella fanciulla altri non era che la strega dalla coda di topo che, una volta trascorsa la notte col re, lo avrebbe ucciso e si sarebbe impossessata del regno. Fu così che la sorella della regina quella notte, dopo aver liberato il topolino sotto il letto del re, si finse malata e chiese alla sorella di vegliarla tutta la notte. La regina, che era molto buona e premurosa nei suoi confronti, non ebbe alcun motivo per rifiutare. Quella notte però il re decise di andare a sistemare delle faccende legate a furti di una banda di malviventi che avevano gettato scompiglio tra i contadini e per non far preoccupare la regina chiese a un suo fidato servitore di indossare le sue vesti da notte e dormire al suo posto così che la regina sentendo russare nella stanza del re non si sarebbe preoccupata e sarebbe rimasta a vegliare la sorella tutta la notte. Fu così che il topolino si infilò nelle coperte e credendolo il re sedusse il servo e si trasformò nella strega dalla coda di topo; scoperto l’inganno furibonda legò la sua coda al collo del servo, ma proprio in quel momento arrivò il re che lo liberò ma la strega riuscì a scappare via promettendo di vendicarsi con le due sorelle. La sorella della regina dovette raccontare tutto e il re si adirò talmente che la mandò in esilio. Anche la regina era molto adirata ma capiva che aveva agito nel disperato desiderio di avere una vita normale e poter stare in mezzo alla gente senza doversi nascondere per via di quel problema ai denti che crescevano a dismisura. Quindi, nonostante tutto, si lasciarono con la promessa che se la sorella avesse avuto bisogno della regina avrebbe mandato un messaggero chiedendo di parlare con la regina di ricami di seta corvina. Per anni non seppe più nulla della sorella, ma aveva sentito dire che una donna dai denti lunghi viveva dall’altra parte delle colline di fiori di cristallo e allevava larve di mosca dalle quali ricavava un filo di seta nero e che macinava fiori di rabarbaro per impastare il pane. Ma adesso è tempo di tornare a ciò che stava succedendo a palazzo. Anzi no, è ora della nanna. Il resto lo vediamo la prossima volta.

20 Gennaio 2020

Aiuto oggi non si schioda!! Devo andare al lavoroooo!
Lo volete?? Oggi in offerta con un sacco di crocchi


7kg di morbidezza tra me e il finale della fiaba. Monsieur vuoi dirmi la tua versione?
-Zzz zzzz-
No Mussi niente viaggio nell'iperuranio.


Ninna nanna ninna oooh Dengopiscio a chi lo do... Oh si è svegliato. Sbaciuc sbaciuc chè non ci vedevamo dalla colazione.


Vorrei alzarmi un attimo...


Mussi fai lo sguardo più intelligente che puoi.
Bravo Tonio, adesso posso riavere il braccio?!


Bea sei pronta per andare a fare una corsetta??























Ooh finalmente una domenica in relax. Cuciamo bambole...
-Mammiiiiinaaa eccomiiii!-
Milù!!
-Ah ah che figata! Sono le teste della nonna??-




















No!! Sono mie! Non afferrare il filo!
-Nooonnaaaaa!! Vieni ci sono un sacco di pezzi del corpo!!-
Milù! Stai ferma!!
-E questo cos'è?! Sniff sniff-
E basta! Ma posso cucire in santa pace io??!
-E' la testa di zio Evaristo?-
Mff

...


Vediamo quanto mi lascia cucire in pace così.
-Mammiiiinaaa può venire anche la Bambina?-
Sì sì basta che non ti muovi da lì!
-Anche la fatina??-
Mmmh... anche lei!




















-Anche il nonno??-

Milù fai venire chi vuoi basta che mi lasci cucire in pace!

-Ziooo Evariiistooo!!!-




Mommotti!!

-Beddra matri! Cu è?-
Ma Tomasello sono io!
-Minghia matri, scantài!-
Ma Tomasulo è una maschera di bellezza.
-Tutta nívura vi fece! -
Anche tu sei nero e sei bellissimo. Il nero rende belli!
-Ie cetto matri, iallora aviti a ristari accussì manzinnò brutta turnati!!-

Amoreggiamenti domenicali con Dengopiscio.


-Dai un bacino mami mami-
Basta pisittino, devo dare la colazione a Bea e Shiro.
-Non sono morti stanotte col freddo mami?-
Ma pisittello! Quando mai?? Hanno le borse dell'acqua calda!
-Se ne vanno via oggi mami?-
No.... restano ancora finché non trovano un'adozione....




Oscar e la fiaba della principessa dai capelli d'argento (5)


-Mami mami continui la storia della principessa dai capelli d’argento?-
Sì pisittino. Allora iniziamo.
Si erano appena conclusi i funerali della madre del re e la regina restò sola coi figli e il fedele amico Estfilius poiché desiderava dare efficacia alle ultime volontà della suocera raccolte negli ultimi istanti di vita. Arrivarono le tre ancelle della nonna portando con sé degli oggetti nascosti sotto stoffe di velluto damascato. Le poggiarono ai piedi della regina ed ella sollevò la prima stoffa prendendo in mano una spada tutta d’oro. La diede al primo dei gemelli, Ruius. Era la spada appartenuta al nonno della madre del re, il fondatore del regno degli otto vulcani. Era una bellissima spada, con l’impugnatura decorata con motivi floreali in fili d’argento e il pomolo di diamante. Ma non era soltanto elegante, aveva un potere magico, quello di lanciare lingue di fuoco e incenerire. A Kastur andò la spada d’argento che la nonna ebbe da suo padre, anch’essa molto bella, dal metallo chiaro e lucente, decorata con un serpente intrecciato in fili di rame e due smeraldi al posto degli occhi. La spada aveva il potere di pietrificare.
Al giovane Satim andò il medaglione del fratello di sua nonna a forma di goccia con una bordura di filo d’oro intrecciato in un delicato pizzo che contornava un’ambra. Questa, se strofinata tre volte, trasformava in animale il suo possessore. La giovane principessa era impaziente di ricevere il suo dono, già fantasticava su quale potere magico la nonna avesse riservato per lei? Diventare invisibile? Far sbocciare milioni di fiori colorati che si trasformano in farfalle variopinte? Quando la madre le andò incontro Sylva iniziò a saltare di gioia gridando che sarebbe diventata la fata dei fiori, che tutto il regno sarebbe stato ricoperto di violette, ranuncoli e mille altri fiori profumati ma la madre le porse un quaderno e le disse che il suo era il regalo più prezioso di tutti. Aveva una copertina di broccato di seta colore del mare con i motivi in oro e un nastro che si richiudeva in un fiocco tanto grande da occupare la metà dell’intera copertina. Era il diario della nonna. Per lei nessun potere magico quindi? Avrebbe voluto lamentarsi con la madre, era delusa ma si trattenne e non lo diede a vedere.
All’improvviso si sentì un vociare concitato, strilli e schiamazzi. All’ingresso della sala venne buttato a terra il servo che tentava invano di allontanare i contadini agitati che gettarono ai piedi della regina fasci di spighe di grano ingrigito e maleodorante e subito dopo entrarono i sarti del regno con stoffe putrescenti. La regina impallidì. “E’ una catastrofe! Moriremo di fame!”. “Tutti i campi sono contaminati! Non ce n’è più uno sano!”. Gridavano uno dopo l’altro. I gemelli subito spiegarono alla regina che tutto questo stava succedendo da qualche settimana e mentre le spiegavano che avevano messo a disposizione i campi di corte per non far morire di fame la povera gente entrarono i cuochi di corte con una ciotola della farina appena macinata, una poltiglia grigiastra dall’odore acre.
Kastur e Ruius si guardarono con terrore: l’epidemia era infine giunta anche all’interno delle mura del palazzo. “Dunque è tornata!” disse la regina. La piccola principessa corse verso la madre terrorizzata chiedendole se la strega dalla coda di topo, che aveva ucciso il suo adorato papà, fosse già arrivata nel regno di Topazio.
Ma la regina non si riferiva affatto alla strega, bensì alla sorella che era stata esiliata dal re. E questa è una storia che ti racconterò la prossima volta, pisitello.
-Sì mami mami, buonanotte mami-
Notte pisittino.

Lo volete?? Ve lo regalo con Bea, Shiro e una lettiera in omaggio.



"Comprati il letto matrimoniali che così stai comoda, i gatti hanno più spazio!!"
-Stai scrivendo la storia della principessa? Frr frr-
Sí pisitella.
-Si sposa col principe? Frr frr-
Non si dice il finale.
-Dengopiscio viene decapitato? Frr frr-
Ma Pesterella lui non c'è nella storia.
-Ah peccato frr frr-

Oscar e la fiaba della principessa dai capelli d'argento (4)



-Mami mami continui la storia? Io e Monsieur siamo pronti-

La strega dalla coda di topo era una strega molto cattiva che da sempre avrebbe voluto impossessarsi del regno degli otto vulcani. Era stata lei sotto le sembianze di una vecchina a ingannare la regina in modo che si appartasse per poi gettare su di lei la maledizione della testa mozzata. La regina era stata trovata morta decapitata, ma in realtà era addormentata sotto la maledizione della strega. Se la testa non fosse stata trovata entro il sedicesimo compleanno della giovane principessa la regina sarebbe morta per sempre, ma se qualcuno l’avesse trovata allora la regina, per una strana stregoneria, avrebbe ripreso a vivere ma colui che avesse rinvenuto la testa sarebbe morto all’istante. La regina raccontò che quando si allontanò dal castello per leggere la lettera della sorella vide davanti a sé la vecchia con una lunga coda di topo e coi suoi occhi piccoli e neri che agitava le mani disegnando nell’aria strani simboli; subito vide il suo corpo staccarsi dalla testa e cadere esanime nel dirupo mentre lei, la sua testa, si sentiva rimpicciolire sempre più e all’improvviso il buio. Non ricordò più nulla sino al suo risveglio che avvenne quasi 14 anni dopo per opera del re che l’aveva fatta cercare ovunque, in ognuna delle sue terre finché un giorno, di ritorno verso la terra di Topazio incontrò una vecchina in mezzo alla strada, seduta per terra con il suo carico di stoffe. Il re pensò subito che la povera donna avesse bisogno d’aiuto e la fece salire sulla sua carrozza decidendo di accompagnarla alla sua meta. Ma appena dentro la carrozza il re intravvide la coda sbucare dal lungo strascico e capì di essere caduto nella trappola della strega dalla coda di topo. Da quella situazione uno dei due non ne sarebbe uscito vivo, ma comunque fossero andate le cose sarebbe stata l’unica occasione per scoprire dove fosse nascosta la testa della regina. Così fece buon viso a cattivo gioco e si comportò come nulla fosse mostrandosi affabile e cordiale nei confronti di una povera vecchina affaticata. La vecchia si fece portare attraverso il bosco presso la casa di un mastro liutaio per saldare un vecchio debito, ben sapendo quanto il re avesse in odio il liuto, strumento suonato dalla sorella della regina. Ma vedendo quanto il re fosse ben disposto ad accompagnarla dal liutaio capì di essere stata scoperta e anch’ella fece finta di nulla. La strega entrò a casa mentre il re attese nervosamente nella carrozza. Capì presto che quella era la casa della strega quando vide due dei suoi vili servitori entrare dal comignolo. Allora il re decise di affrontarla. Come mise piede a terra la carrozza corse via impazzita e sparì nel bosco accompagnata da una sinistra risata. Impugnata la spada d’argento entrò nella casa della vecchia. Nella penombra della sala riuscì a scorgere un lumino acceso, ma un fastidiosissimo moscone gli ronzava attorno. Cercò di colpirlo con la spada ma era talmente veloce che lo mancò più volte. Gridò: “Strega vieni fuori!” ma per tutta risposta il moscone si posò sulla sua spada. Lo guardò. Un moscone blu mai visto prima. Che diavoleria era quella? Che la strega si fosse trasformata in moscone? Agitò la spada ma era incollato alla lama. Trafisse il tavolo ma la mosca volò più veloce posandosi sopra il suo naso. Due occhi rubino brillavano lateralmente e gli parve di sentire un profumo di rose. Capì. All’improvviso la strega lo colpì alle spalle e il re tramortito cadde a terra, ma si rialzò e si voltò subito brandendo la spada. La strega era dalla parte opposta e da dietro di lei scattarono in avanti come furie i due servitori che si scagliarono contro il re ma abile con la lama li infilzò entrambi. In alto appesa al soffitto una bottiglia chiusa con dentro il moscone. “Liberala vecchia megera!”. Gridava il re. Ma la risata della strega echeggiava in tutta la casa rimbalzando da un angolo all’altro. Allora il Re decise. Da lì non sarebbe uscito vivo ma almeno avrebbe salvato la regina e il potere malefico della strega sarebbe stato annientato per un tempo sufficiente a far rientrare la regina nella terra di Topazio, dai suoi adorati figli. La sua vita per salvare la regina. La sua vita per il suo regno. La strega agitava in aria la sua lunga coda di topo pronta a lanciarla attorno al collo del re e mentre si preparava al tiro mortale, il re lanciò la sua spada contro la bottiglia che si frantumò liberando la mosca che venne infilzata dalla punta della spada d’argento rompendo così l’incantesimo. La mosca si trasformò nella testa della bellissima regina e come d’incanto ricomparve l’intero corpo ma nel mentre il collo del re venne avvolto dalla coda di topo della strega che lo strozzò mortalmente. Poi la strega si accasciò stremata. La regina, libera finalmente, diede un ultimo bacio al re ormai esanime e poi scappò via perché sapeva che avrebbe avuto solo qualche giorno di vantaggio rispetto alla strega.
Tutto questo raccontò al gran Consiglio tra le lacrime dei figli che non avrebbero più potuto riabbracciare il loro amato padre. Ma adesso era il tempo di prendere delle decisioni importanti prima che la strega dalla coda di topo raggiungesse la terra di Topazio e si impadronisse del regno degli otto vulcani. Ma questo lo vediamo la prossima volta pisittelli.
-Sì mami mami, buonanotte mami-
Notte pisittello.

Bea e la dolcezza

L'entusiasmo di Bea quando torno a casa e mi salta sopra felice poi corre da una parte all'altra ma sempre tornando verso di me, il suo starmi vicina quando resto in giardino, il suo modo di guardarmi...tutto con Bea è speciale. Aaaah se solo tenesse il guinzaglio me la porterei ovunque!!