martedì 29 ottobre 2013

Stamattina avevo il terrore di sollevare la serranda. Paura di trovarlo agonizzante o sofferente, paura di non trovarlo. Sono rimasta sino quasi alle 7 (l'ora di uscire) con le serrande abbassate. Non sentivo il suo solito miagolio che reclama la pappa delle 6.30, riconoscendo il mio arrivo al piano di sotto. E più non lo sentivo più mi saliva l'angoscia. Mi sono fatta coraggio e sono uscita. C'erano tutti tranne lui. Ho fatto il giro del giardino. Non c'era da nessuna parte. Non ho avuto il coraggio di chiamarlo, per non dover sentire il silenzio come unica risposta. Spero non stia soffrendo tutto solo, senza la sua sig.ra Mami. Mami sente che non c'è più o che se ne sta andando... Magari poi torno a casa e lui è là ad aspettarmi, ma dentro sento il dolore della perdita. So che ho agito per il suo bene anche a un costo per me altissimo perchè separarmi da lui è stata dura. Però non posso fare a meno di sentirmi responsabile di averlo "abbandonato" e questo ha scatenato in lui uno scombussolamento tale da slatentizzare una malattia che poteva stare silente ancora per anni...forse. Mi concentro sul fatto che non "serbasse rancore" per sentirmi meno in colpa: il suo venirmi subito incontro appena uscito dal trasportino domenica, il suo farsi prendere in braccio per sentirsi meglio ieri (è stato l'unico modo per fargli la flebo).
Ora sono al lavoro con l'angoscia di saperlo solo in giardino...se c'è ancora.
Piccolo Codino...mi dispiace da morire. Spero che tu abbia ancora almeno una delle tue 7 vite da vivere e al mio rientro a casa mi venga incontro trottando come sempre e arrampicandoti sulle gambe per farti dare un bacino sulla testa. E magari mi dica "sig.ra Mami le ho fatto uno scherzo stamattina!"

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