venerdì 7 febbraio 2020

Oscar e la fiaba della principessa dai capelli d'argento (5)


-Mami mami continui la storia della principessa dai capelli d’argento?-
Sì pisittino. Allora iniziamo.
Si erano appena conclusi i funerali della madre del re e la regina restò sola coi figli e il fedele amico Estfilius poiché desiderava dare efficacia alle ultime volontà della suocera raccolte negli ultimi istanti di vita. Arrivarono le tre ancelle della nonna portando con sé degli oggetti nascosti sotto stoffe di velluto damascato. Le poggiarono ai piedi della regina ed ella sollevò la prima stoffa prendendo in mano una spada tutta d’oro. La diede al primo dei gemelli, Ruius. Era la spada appartenuta al nonno della madre del re, il fondatore del regno degli otto vulcani. Era una bellissima spada, con l’impugnatura decorata con motivi floreali in fili d’argento e il pomolo di diamante. Ma non era soltanto elegante, aveva un potere magico, quello di lanciare lingue di fuoco e incenerire. A Kastur andò la spada d’argento che la nonna ebbe da suo padre, anch’essa molto bella, dal metallo chiaro e lucente, decorata con un serpente intrecciato in fili di rame e due smeraldi al posto degli occhi. La spada aveva il potere di pietrificare.
Al giovane Satim andò il medaglione del fratello di sua nonna a forma di goccia con una bordura di filo d’oro intrecciato in un delicato pizzo che contornava un’ambra. Questa, se strofinata tre volte, trasformava in animale il suo possessore. La giovane principessa era impaziente di ricevere il suo dono, già fantasticava su quale potere magico la nonna avesse riservato per lei? Diventare invisibile? Far sbocciare milioni di fiori colorati che si trasformano in farfalle variopinte? Quando la madre le andò incontro Sylva iniziò a saltare di gioia gridando che sarebbe diventata la fata dei fiori, che tutto il regno sarebbe stato ricoperto di violette, ranuncoli e mille altri fiori profumati ma la madre le porse un quaderno e le disse che il suo era il regalo più prezioso di tutti. Aveva una copertina di broccato di seta colore del mare con i motivi in oro e un nastro che si richiudeva in un fiocco tanto grande da occupare la metà dell’intera copertina. Era il diario della nonna. Per lei nessun potere magico quindi? Avrebbe voluto lamentarsi con la madre, era delusa ma si trattenne e non lo diede a vedere.
All’improvviso si sentì un vociare concitato, strilli e schiamazzi. All’ingresso della sala venne buttato a terra il servo che tentava invano di allontanare i contadini agitati che gettarono ai piedi della regina fasci di spighe di grano ingrigito e maleodorante e subito dopo entrarono i sarti del regno con stoffe putrescenti. La regina impallidì. “E’ una catastrofe! Moriremo di fame!”. “Tutti i campi sono contaminati! Non ce n’è più uno sano!”. Gridavano uno dopo l’altro. I gemelli subito spiegarono alla regina che tutto questo stava succedendo da qualche settimana e mentre le spiegavano che avevano messo a disposizione i campi di corte per non far morire di fame la povera gente entrarono i cuochi di corte con una ciotola della farina appena macinata, una poltiglia grigiastra dall’odore acre.
Kastur e Ruius si guardarono con terrore: l’epidemia era infine giunta anche all’interno delle mura del palazzo. “Dunque è tornata!” disse la regina. La piccola principessa corse verso la madre terrorizzata chiedendole se la strega dalla coda di topo, che aveva ucciso il suo adorato papà, fosse già arrivata nel regno di Topazio.
Ma la regina non si riferiva affatto alla strega, bensì alla sorella che era stata esiliata dal re. E questa è una storia che ti racconterò la prossima volta, pisitello.
-Sì mami mami, buonanotte mami-
Notte pisittino.

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