venerdì 7 febbraio 2020

Oscar e la fiaba della principessa dai capelli d'argento (3)


 -Presto matri iè ora della fiaba. Iniziate!-
Va bene pisittino.
La carrozza era arrivata a palazzo per la gioia di tutti ma quando il primo servo di corte aprì la porta, il reverendissimo sacerdote trasalì come avesse visto un fantasma e con un filo di voce disse: “Voi??” e si piegò sulle ginocchia chinandosi a terra in segno di massima devozione e rispetto.
Dentro non c’era affatto il re, bensì una donna stupenda dai lunghissimi capelli color blu oltremare e gli occhi rubino. La pelle candida e liscia appena segnata sopra gli zigomi da una tinta rosata. Sorrise al sommo sacerdote: “Estfilius, mio fedele amico” e scese dalla carrozza con una grazia tale da sembrare sospesa per aria. Fece un lieve cenno col capo e il sacerdote si sollevò e commosso fino alle lacrime portò delicatamente sulle labbra la mano della regina. “Sua maestà, dopo tutti questi anni! Eravamo tutti convinti che Voi foste…”

“Morta” rispose la Regina con dolcezza. Tutti i sudditi si inginocchiarono rapiti dalla sua bellezza; nessuno riusciva a distogliere lo sguardo dalla tanto compianta regina che credevano morta il giorno dell’ottavo compleanno dei gemelli quando il suo corpo senza testa era stato trovato ai piedi di un dirupo.

-Ah ah fichissimo! Forse ce l’ha la nonna nel freezer!-
Milù!!
-Ssst! Miluzza muta! Iallora matri, a fimmina motta chi minghia era?!-
Eeh Tommasello questo per il momento resta un mistero, perché quel corpo era stato proprio riconosciuto e attribuito alla regina per la presenza sulla mano destra di una cicatrice a forma di stella. Ma non siete curiosi di sapere il seguito?
-Sì mami mami, continua-
Allora potete immaginare a quel punto la gioia dei quattro figli. La regina li abbracciò tutti. I primi due avevano un ricordo più nitido della madre rispetto ai minori, essendo i più grandi e come accennavo prima erano gemelli. La regina entrò nel castello, seguita dal sommo sacerdote e dai suoi figli e salì nelle stanze dell’anziana suocera. A nessuno nelle ultime settimane era permesso vederla e così i ragazzi restarono fuori in trepidante attesa e perfino il sacerdote che era l’unico insieme alle ancelle che potesse incontrare la madre del re restò fuori in segno di rispetto per quell’incontro che sapeva sarebbe stato molto emozionante. Quel che si dissero le due donne non si seppe mai, ma dopo lunghissime ore la regina uscì insieme alle tre ancelle e diede ordine perché si preparassero i funerali solenni della grande madre del re, spirata qualche istante prima. La regina poi si rinchiuse nella grande sala del consiglio col sacerdote e i saggi del regno e a dispetto del cerimoniale volle anche i suoi quattro figli perché doveva dare a tutti una importante comunicazione. Il re era morto per la maledizione della strega dalla coda di topo, temutissima in tutto il regno degli otto vulcani. Tutto accadde durante il viaggio di ritorno dalla terra Smeraldo.
Ma prima di dirvi cosa raccontò la regina davanti al gran consiglio sulla morte del re, vi racconto cosa accadde durante i festeggiamenti del compleanno dei due principi gemelli, Ruius e Kastur, giorno in cui la regina venne trovata morta.
-Vieni nonno!! Mammina sta raccontando una storia fichissima!-
Mentre la piccola principessa Sylva, che allora aveva solo due anni, giocava nei giardini del castello insieme al fratello Satim, sotto la sorveglianza dell’adorata nonna, e tutti i bambini allegramente si rincorrevano e saltavano e cantavano insieme ai gemelli, la regina venne chiamata da un servo perché una vecchia signora vestita di scuro si era presentata al castello chiedendo di parlare urgentemente con la regina di una certa questione legata ai ricami di seta corvina. Era questo un codice segreto che la regina, e solo lei, conosceva molto bene. La vecchina portava un’ampia mantella grigia, un fazzoletto nero sulla testa e una lunga gonna marrone con lo strascico, forse un po’ inappropriato per una signora di quell’età. Porse alla regina una lettera chiedendole di leggerla al più presto ma di non farne parola con nessuno tanto meno col re, che in quell’anno era nella terra dei sogni. Così si congedò dalla vecchia e con una scusa banale si allontanò dalla festa.La frase pronunciata dalla vecchia per farsi ricevere dalla regina era una richiesta d’aiuto da parte della sorella che abitava fuori dal regno perché esiliata dal re per fatti che son troppo lunghi da raccontare qui. La regina voleva molto bene alla sorella, anche se l’aveva combinata grossa, ma sarebbe stata disposta a mentire al re pur di aiutarla, perché nei suoi confronti aveva da sempre sviluppato un senso di protezione per via della sua fragilità e di quella grave malformazione che le impediva una vita felice.
Cosa fu cosa non fu, la regina venne trovata morta in un dirupo un'ora dopo l'incontro con la vecchina ma la testa non si trovò mai. Affianco al suo corpo la lettera che la pioggia aveva reso illeggibile. Il re seppe presto della sua morte avvolta nel mistero e da allora non si diede più pace. Ma ritorniamo alla riunione davanti al gran consiglio. Ah no, si è fatto tardi pisittini. Continueremo la prossima settimana.

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