venerdì 7 febbraio 2020

Oscar e la fiaba della principessa dai capelli d'argento (4)



-Mami mami continui la storia? Io e Monsieur siamo pronti-

La strega dalla coda di topo era una strega molto cattiva che da sempre avrebbe voluto impossessarsi del regno degli otto vulcani. Era stata lei sotto le sembianze di una vecchina a ingannare la regina in modo che si appartasse per poi gettare su di lei la maledizione della testa mozzata. La regina era stata trovata morta decapitata, ma in realtà era addormentata sotto la maledizione della strega. Se la testa non fosse stata trovata entro il sedicesimo compleanno della giovane principessa la regina sarebbe morta per sempre, ma se qualcuno l’avesse trovata allora la regina, per una strana stregoneria, avrebbe ripreso a vivere ma colui che avesse rinvenuto la testa sarebbe morto all’istante. La regina raccontò che quando si allontanò dal castello per leggere la lettera della sorella vide davanti a sé la vecchia con una lunga coda di topo e coi suoi occhi piccoli e neri che agitava le mani disegnando nell’aria strani simboli; subito vide il suo corpo staccarsi dalla testa e cadere esanime nel dirupo mentre lei, la sua testa, si sentiva rimpicciolire sempre più e all’improvviso il buio. Non ricordò più nulla sino al suo risveglio che avvenne quasi 14 anni dopo per opera del re che l’aveva fatta cercare ovunque, in ognuna delle sue terre finché un giorno, di ritorno verso la terra di Topazio incontrò una vecchina in mezzo alla strada, seduta per terra con il suo carico di stoffe. Il re pensò subito che la povera donna avesse bisogno d’aiuto e la fece salire sulla sua carrozza decidendo di accompagnarla alla sua meta. Ma appena dentro la carrozza il re intravvide la coda sbucare dal lungo strascico e capì di essere caduto nella trappola della strega dalla coda di topo. Da quella situazione uno dei due non ne sarebbe uscito vivo, ma comunque fossero andate le cose sarebbe stata l’unica occasione per scoprire dove fosse nascosta la testa della regina. Così fece buon viso a cattivo gioco e si comportò come nulla fosse mostrandosi affabile e cordiale nei confronti di una povera vecchina affaticata. La vecchia si fece portare attraverso il bosco presso la casa di un mastro liutaio per saldare un vecchio debito, ben sapendo quanto il re avesse in odio il liuto, strumento suonato dalla sorella della regina. Ma vedendo quanto il re fosse ben disposto ad accompagnarla dal liutaio capì di essere stata scoperta e anch’ella fece finta di nulla. La strega entrò a casa mentre il re attese nervosamente nella carrozza. Capì presto che quella era la casa della strega quando vide due dei suoi vili servitori entrare dal comignolo. Allora il re decise di affrontarla. Come mise piede a terra la carrozza corse via impazzita e sparì nel bosco accompagnata da una sinistra risata. Impugnata la spada d’argento entrò nella casa della vecchia. Nella penombra della sala riuscì a scorgere un lumino acceso, ma un fastidiosissimo moscone gli ronzava attorno. Cercò di colpirlo con la spada ma era talmente veloce che lo mancò più volte. Gridò: “Strega vieni fuori!” ma per tutta risposta il moscone si posò sulla sua spada. Lo guardò. Un moscone blu mai visto prima. Che diavoleria era quella? Che la strega si fosse trasformata in moscone? Agitò la spada ma era incollato alla lama. Trafisse il tavolo ma la mosca volò più veloce posandosi sopra il suo naso. Due occhi rubino brillavano lateralmente e gli parve di sentire un profumo di rose. Capì. All’improvviso la strega lo colpì alle spalle e il re tramortito cadde a terra, ma si rialzò e si voltò subito brandendo la spada. La strega era dalla parte opposta e da dietro di lei scattarono in avanti come furie i due servitori che si scagliarono contro il re ma abile con la lama li infilzò entrambi. In alto appesa al soffitto una bottiglia chiusa con dentro il moscone. “Liberala vecchia megera!”. Gridava il re. Ma la risata della strega echeggiava in tutta la casa rimbalzando da un angolo all’altro. Allora il Re decise. Da lì non sarebbe uscito vivo ma almeno avrebbe salvato la regina e il potere malefico della strega sarebbe stato annientato per un tempo sufficiente a far rientrare la regina nella terra di Topazio, dai suoi adorati figli. La sua vita per salvare la regina. La sua vita per il suo regno. La strega agitava in aria la sua lunga coda di topo pronta a lanciarla attorno al collo del re e mentre si preparava al tiro mortale, il re lanciò la sua spada contro la bottiglia che si frantumò liberando la mosca che venne infilzata dalla punta della spada d’argento rompendo così l’incantesimo. La mosca si trasformò nella testa della bellissima regina e come d’incanto ricomparve l’intero corpo ma nel mentre il collo del re venne avvolto dalla coda di topo della strega che lo strozzò mortalmente. Poi la strega si accasciò stremata. La regina, libera finalmente, diede un ultimo bacio al re ormai esanime e poi scappò via perché sapeva che avrebbe avuto solo qualche giorno di vantaggio rispetto alla strega.
Tutto questo raccontò al gran Consiglio tra le lacrime dei figli che non avrebbero più potuto riabbracciare il loro amato padre. Ma adesso era il tempo di prendere delle decisioni importanti prima che la strega dalla coda di topo raggiungesse la terra di Topazio e si impadronisse del regno degli otto vulcani. Ma questo lo vediamo la prossima volta pisittelli.
-Sì mami mami, buonanotte mami-
Notte pisittello.

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