venerdì 7 febbraio 2020

Oscar e la fiaba della principessa dai capelli d'argento (6)

- Mami mami noi siamo pronti-
Sì, allora è giunto il momento di raccontare della sorella della regina.
Bisogna andare molto indietro. La madre della regina, dopo che ebbe la sua amata figlia, per anni non riuscì ad avere altri figli. Un giorno, in occasione di una passeggiata al mercato incontrò una giovane donna dai lunghi capelli neri così come neri e piccoli erano i suoi occhi. Vendeva stoffe e ricamava tessuti. Le sue mani si muovevano con una tale abilità da lasciare stupefatti. La madre della regina affascinata dalle stoffe si avvicinò per comprarne alcune da usare per confezionare dei vestiti alla sua bambina e al re. In procinto di accomiatarsi la donna la fermò e le diede uno scampolo di stoffa e un filo di seta nero. Le disse: “Se ricamerai tutte le notti da mezzanotte sino a prima dell’alba il tuo desiderio di maternità sarà esaudito”. La madre della regina restò sorpresa, non capiva come potesse sapere che desiderava proprio un altro figlio ma non ebbe il coraggio di chiedere nulla e andò via con le sue stoffe. Le notti si mise a ricamare col filo nero, del resto, pensò, non c’era niente di male. Così fu che la madre della regina restò incinta per la seconda volta, ma non fu una gravidanza felice. Al sesto mese venne colta da febbri alte e strani mancamenti. I medici le raccomandarono riposo assoluto ma una vera spiegazione di quei malesseri non riuscirono a trovarla. La regina aveva appena compiuto sei anni quando nacque la sorella. Fu un parto molto sofferto e appena la neonata venne alla luce la madre spirò. Nonostante la giovane età, la regina si occupò in ogni modo della sua sorellina. Certo entrambe vennero cresciute dal loro padre, un onesto fabbricante di liuti e dalla zia paterna. Le due sorelle erano molto diverse sia fisicamente sia caratterialmente. La sorella della regina aveva i capelli lunghi e neri, gli occhi piccoli di un blu talmente profondo da non riuscire a sostenere a lungo il suo sguardo per paura di sprofondarci. Ma la particolarità della sorella era una malformazione della bocca o meglio degli incisivi che crescevano a dismisura tanto da dover richiedere una continua limatura. Si vergognava di questo e pertanto non aveva amici, l’unica persona con cui giocava e trascorreva il suo tempo era la sorella che la proteggeva dalle prese in giro degli altri bambini e la riempiva di regali e giochi. Quando la sorella maggiore conobbe il nuovo re della terra degli otto vulcani e innamoratissimi decisero di sposarsi, chiese al re di portare a palazzo anche la povera sorella. Tanto era buono il re che accettò di buon grado e anzi le fece dare un’istruzione dai più grandi e fidati maestri del regno e le assegnò delle ancelle che le tenessero compagnia visto che lei per la vergogna non voleva vedere nessuno al di fuori del palazzo. Assecondò anche il suo desiderio di suonare il liuto. Così di giorno suonava e per gran parte della notte ricamava e filava. Un giorno, incuriosita da uno strano verso proveniente dai granai, decise di entrarvi e vi scorse un piccolo topolino. Sembrava quasi che la stesse chiamando. Così decise di avvicinarsi e poi lo seguì verso la stalla. Il topolino si fermò davanti a uno specchio. La sorella della regina si specchiò e vide una splendida ragazza dai capelli corvini, i denti perfetti e gli occhi color blu cobalto. Si spaventò e si voltò immediatamente pensando che l’immagine riflettesse qualcuna alle sue spalle. Ma non c’era nessuna. Riguardò lo specchio. Era proprio lei. Ma come era possibile? Affianco all’immagine di quella bellissima fanciulla comparve una donna dai capelli neri e gli occhi piccoli e neri con una grande mantella grigia. Si voltò spaventata ma affianco a lei c’era solo il topolino. Allora la donna le parlò: “Sì cara, sono io il topolino che vedi. Una strega cattiva mi ha fatto un incantesimo ma tu puoi liberarmi”. La sorella della regina chiese come avrebbe potuto aiutarla e le promise che avrebbe fatto ciò che era in suo potere. “Dovrai portarmi di nascosto nella stanza del re, io starò ferma sotto il suo letto finché egli non andrà a dormire. Se riuscirò a trascorrere una notte con lui, l’indomani mi trasformerò nella fanciulla che sono e sarò libera. Ma dovrai lasciare che io stia sola e pertanto troverai una scusa per intrattenere tutta la notte la tua amata sorella”. All’inizio non era sicura di voler accettare, ma poi il topolino la rassicurò che una volta diventata fanciulla, il re avrebbe dimenticato la notte di concupiscenza e in cambio di questo enorme favore i suoi denti sarebbero tornati normali e così avrebbe potuto finalmente vivere una vita felice. Quella fanciulla altri non era che la strega dalla coda di topo che, una volta trascorsa la notte col re, lo avrebbe ucciso e si sarebbe impossessata del regno. Fu così che la sorella della regina quella notte, dopo aver liberato il topolino sotto il letto del re, si finse malata e chiese alla sorella di vegliarla tutta la notte. La regina, che era molto buona e premurosa nei suoi confronti, non ebbe alcun motivo per rifiutare. Quella notte però il re decise di andare a sistemare delle faccende legate a furti di una banda di malviventi che avevano gettato scompiglio tra i contadini e per non far preoccupare la regina chiese a un suo fidato servitore di indossare le sue vesti da notte e dormire al suo posto così che la regina sentendo russare nella stanza del re non si sarebbe preoccupata e sarebbe rimasta a vegliare la sorella tutta la notte. Fu così che il topolino si infilò nelle coperte e credendolo il re sedusse il servo e si trasformò nella strega dalla coda di topo; scoperto l’inganno furibonda legò la sua coda al collo del servo, ma proprio in quel momento arrivò il re che lo liberò ma la strega riuscì a scappare via promettendo di vendicarsi con le due sorelle. La sorella della regina dovette raccontare tutto e il re si adirò talmente che la mandò in esilio. Anche la regina era molto adirata ma capiva che aveva agito nel disperato desiderio di avere una vita normale e poter stare in mezzo alla gente senza doversi nascondere per via di quel problema ai denti che crescevano a dismisura. Quindi, nonostante tutto, si lasciarono con la promessa che se la sorella avesse avuto bisogno della regina avrebbe mandato un messaggero chiedendo di parlare con la regina di ricami di seta corvina. Per anni non seppe più nulla della sorella, ma aveva sentito dire che una donna dai denti lunghi viveva dall’altra parte delle colline di fiori di cristallo e allevava larve di mosca dalle quali ricavava un filo di seta nero e che macinava fiori di rabarbaro per impastare il pane. Ma adesso è tempo di tornare a ciò che stava succedendo a palazzo. Anzi no, è ora della nanna. Il resto lo vediamo la prossima volta.

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