martedì 30 giugno 2015

Il continuo della favola della buonanotte

-Mami mami c'è tanto caldo. Mi dai un bacino?-
Sì pisittino c'è molto caldo...ti devi proprio approppoddare?
-Devi continuare la storia della buonanotte mami mami-
Ah già...Allora riniziamo..."C’era una volta in un tempo e in un luogo che non sono e non saranno più un fuoco acceso e tre donne attorno ad esso: la Madre del fuoco sempre attenta a ravvivare la fiamma, la Gatta con il suo inguaribile romanticismo e la Lupa con il suo mondo incantato. Erano legate da un profondo affetto l’una per l’altra ma anche da una strana e inspiegabile magia che le avvolgeva ogni volta che si ritrovavano tutte tre attorno al fuoco.
Indipendente dagli impegni di ciascuna, c’erano quattro appuntamenti dell’anno che non si potevano assolutamente saltare: i rispettivi compleanni e la vigilia di Natale. Il pranzo del 24 dicembre era un incontro importante per fare il bilancio dell’intero anno, per promettersi vicendevolmente nuovi buoni propositi esistenziali e per farsi dei doni speciali. Non si trattava infatti di comuni regali di Natale ma di regali densi di senso. In particolare era la Gatta che col suo istinto felino individuava sempre qualcosa di originale che andava un po’ al di là del contingente ed aveva una profonda accezione simbolica. La madre del fuoco si limitava a fare dei regali di una qualche utilità e la Lupa… beh lei spesso rimandava ad un’altra festività perché se n’era dimenticata o non c’era stato il tempo. “E’ già Natale?? Accidenti!”.
L’ultimo Natale che festeggiarono insieme la Gatta regalò alla Lupa un quadro fatto con un pezzo della sua tovaglia in plastica raffigurante frutta gialla e arancione, i loro colori preferiti. Quante merende a base di nutella e marmellata avevano fatto su quella tovaglia e quanti pranzi improvvisati. […]
La Gatta fece un regalo davvero bizzarro una volta: regalò alla Madre del Fuoco un battipanni col quale la invitava a “ripulire dalla polvere le cose vecchie” e l’ultimo regalo fu un libro sulla gatto terapia."
- Mami mami anche tu hai il battipanni appeso...-
Eh sì pisittino..."Era la vigilia di un importante concorso e la Madre del fuoco era chiusa in casa a studiare quando la Gatta la chiamò per vedersi a casa sua perché aveva trovato nel suo giardino un micio abbandonato. Riusciva sempre a rendere i suoi bisogni prioritari rispetto a quelli degli altri perfino con la madre del fuoco che era sempre pronta a correre da lei comunque e dovunque. E infatti abbandonò i suoi impegni di studio e corse a casa sua dove vi trovò anche la Lupa con il suo bel cagnolino, a voler ricordare a se stessa di preservare la propria natura selvaggia lasciando quella addomesticata al cane. Indicò alla Madre del fuoco un gatto di poco più di un mese che strillava disperato, nascosto sotto un mobile del giardino. Nessuno era riuscito a prenderlo. Così La madre agitò un fiore secco e il gatto uscì subito a giocare. “Sei proprio la sua mamma gatta!” le disse la Gatta. Dopo averlo fatto ben pulire e disinfettare da parassiti, non senza grande ilarità da parte sua, la Madre decise un po’ a malincuore di prendere Noir e portarlo dal veterinario e poi a casa, isolato dagli altri suoi pisitti “e solo per il tempo necessario per curarlo!” -fu il suo monito. Le sue condizioni erano davvero disperate e il veterinario non dava molte chance di sopravvivenza. Ma la madre del fuoco si impegnò con tutte le sue capacità curative e Monsieur Noir, così lo ribattezzò, si riprese del tutto".
- Mami mami si chiama come Monsieur nostro?-
Una strana coicidenza non trovi? "La Gatta si preoccupò di trovare subito una sistemazione definitiva presso la cognata. Ma capitò un fatto. Noir era solito abbandonare allegramente i suoi bisogni nel luogo stesso in cui avvertiva la necessità, tanto che la Madre aveva tappezzato l’intera soffitta di traversine assorbenti. Noir disponeva di una lettiera, certo, ma farla dove gli capitava evidentemente era più comodo. Un giorno, mentre si accingeva a liberarsi esattamente lì dove si trovava sollevò il muso il tanto per incrociare lo sguardo della madre del fuoco e in un lampo schizzò dritto dentro la lettiera. Fu allora che ella capì che tra lei e Monsieur Noir si era creato un legame speciale. “Lo sapevo che l’avresti tenuto!!” disse la Gatta scoppiando in una fragorosa risata. “Ma no…insomma…ormai…sai…due o tre che differenza fa?..poi gli altri si sono già affezionati…” balbettava maldestramente. Ma lei sapeva già come sarebbero andate le cose il giorno stesso in cui le aveva dato il gatto. Era proprio un’intuitiva!
Aveva un sottile senso dell’umorismo e amava fare scherzi con la complicità della Madre del fuoco. E a farne le spese era spesso la Lupa con il muso sempre un po’ per aria che si perdeva nell’incanto dei molteplici odori e colori della vita e con la sua incredibile tendenza a indugiare su un ogni evento per un tempo che per le sue due amiche era sempre troppo lungo. Era facile quindi organizzarle degli scherzi. […].
Un giorno la madre del fuoco e la Gatta si ritrovarono di fronte al fuoco in uno dei loro soliti “incontri magici”. Le raccontò che un giorno espresse un desiderio di fronte al fuoco e questo si avverò in brevissimo tempo. Allora la Gatta urlò al fuoco il nome del suo primo grande amore e passò giusto un secondo che questi la chiamò al cellulare. “È proprio un fuoco magico!” disse poi colma di emozione. […]
A volte non si distingueva la sua natura umana da quella felina. Non te le mandava a dire le cose e come un graffio improvviso e tagliente senza un apparente motivo ti sferzava le sue battute o le sue acute intuizioni, lasciandoti per lungo tempo un segno profondo. La madre del fuoco si chiedeva se non ci fossero dei modi meno affilati di dire le cose “…ma uno se lo può prendere un po’ di tempo per contare sino a cinque prima di dire le cose, no?!”. “Ma quale tempo?? Si vive una sola volta!” le rispondeva lei.
Era proprio una gatta. Era pronta a scappare via ogni volta che cambiavano le sue priorità. Se all’improvviso arrivava il momento di fare qualcos’altro lasciava tutto e andava, perfino quando fecero da testimoni di nozze alla Lupa. Doveva correre dal suo grande Amore e a metà pranzo schizzò via come un fulmine. La madre del fuoco non lo sopportava. “Come si può non aspettare che il fuoco si spenga per andare via? Tutto ha il suo tempo. Prima prepari la legna e la sistemi per bene, poi accendi piccoli focolai finché l’intero fascio non si infuoca e poi lo lasci ardere finché non arriva il tempo in cui piano piano si spegne trasformandosi in cenere e non tutto in una volta, perché sotto c’è sempre un po’ di brace che arde!”. Ma la Gatta seguiva solo i propri desideri, questo era il suo tempo. Ciò che per la Madre del fuoco era l’inizio per lei poteva essere la fine e ciò che per la Madre era la fine per la gatta era solo l’inizio.
Fu così che decise di seguire il suo più forte desiderio dettato da un amore antico e profondo e sino ad allora rimasto silenzioso[…]. Il suo primo grande amore, l'amore dell'inizio della sua vita di donna e quello che l'accompagnerà alla fine della sua vita. Insieme per sempre.
[…]
Sono passati tre anni da quel triste giorno, ma la Madre ha continuato e continuerà ad accendere il fuoco e a mantenerlo vivo finché esso vorrà e coi tempi che deciderà perchè il fuoco può spegnersi all'improvvso tanto inaspettatamente quanto all'improvviso può riaffiorare forte e intenso dalla cenere. Il tempo non è più lento e lungo come pensava la Madre del fuoco ma nemmeno fulmineo e rapido come lo viveva la Gatta. Il tempo è quello che vuole essere indipendentemente da ciò che uno vuole. [...] Ogni volta che accarezzerà Monsieur Noir sentirà quell’abbraccio dolce e forte che la gatta era capace di darle, sentirà il sapore delle sue lacrime e il suono della sua risata. Si stringerà forte alla Lupa perché ogni volta che ci sarà un incontro delle loro anime ci sarà l’incontro magico delle tre donne attorno al fuoco".
- Mami mami ma questa è la storia di Monsieur che mi avevi promesso di raccontarmi un giorno?-
Anche pisittino...anche.

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