martedì 17 giugno 2014

Riflessione delle 8.


La violenza sugli animali è qualcosa di abominevole che mi fa desiderare di nascere lucertola per non appartenere al mondo umanoide o Dio per fare giustizia. Dio e lucertola, in un certo senso, per me si equivalgono visto che c'è più Dio in una lucertola che in un uomo (questo perchè la lucertola nasce, cresce e muore totalmente come essere di natura, mentre noi deformiamo quest'ultima sotto forma di ipocrisia, invidia, violenza, che in origine erano forse mimetismo, competizione, aggressività). Capisco che si tratti di ignoranza e mala-educazione, a volte purtroppo è cattiveria. Nel primo caso si può ancora avere la speranza di far capire alle persone (idiote) che gli animali vanno rispettati e amati e che solo questa è la premessa per poterli educare e che l'educazione è sempre legata al loro benessere prima ancora che all'accondiscendere alle nostre necessità. Se vuoi educarlo a stare al tuo passo devi anche tu educarti a stare al suo. Se non vuoi che salti addosso alle persone per salutarle devi comunque permettergli di esprimere la gioia. Se usi il guinzaglio come cinghia per punire non puoi pretendere che il cane lo ami e se lo faccia mettere con gioia. Ora il comportamentismo col rinforzo positivo e negativo (che non è la punizione!!!) ci insegna molto ma credo che a volte basti anche solo un pò di buon senso. Esistono gli educatori che sono preparati e sanno insegnare all'uomo come rapportarsi con il cane, perchè di Bea e Sciro alla fine sto parlando. E quando vedi che Bea inizia a dare retta a te -che praticamente non ti conosce- e se lo stesso comando viene pronunciato dal suo "padrone" lei scappa via o resta perplessa e confusa, capisci quanto intelligente possa essere un cane nel capire la differenza tra autorità e autorevolezza!
Detto questo, ho due missioni da compiere: cambiare la mentalità del mio vicino che da padrone dovrà diventare compagno autorevole e portarli in un centro di educazione con personale competente (lui è d'accordo, deve solo decidersi!). Nel frattempo, sperando non ne passi molto, mi impegno personalmente a mostrare al vicino come si può stare coi cani nel rispetto reciproco senza usare violenza. Il tutto mi costerà qualche contorsione di stomaco, repressione di violenza (che eserciterei volentieri sul vicino) e tanta anzi tantissima sofferenza e dolore se vedrò altre cinghiate o calci. Me li sentirò addosso come se li sente una bimba di tre anni. Ma come donna di 42 agirò di conseguenza. Amen.

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