Bè pisittino, è ancora un pò lunga, ma se vuoi continuiamo.
-Certo mami mami!-
Finalmente un bel lumacone destò l’interesse della lumachina. Non era come tutti gli altri. Aveva due grandissimi e profondi occhi neri all’estremità delle sue antenne e una barbetta folta sotto il mento. A differenza degli altri lumaconi non fece sfoggio di sé e delle proprie doti ma semplicemente si propose per fare amicizia con lumachina e si interessò di lei e della sua vita. Conosceva certo la storia dei suoi fratelli perché nei tempi addietro non si parlava d’altro, ma dell’allora piccola lumachina si spendevano solo parole di pena e compassione. Di lei, del suo carattere e delle sue vocazioni poco si sapeva.
I due amici parlavano a lungo seduti sulle foglie di geranio, spesso sotto lo sguardo discreto della signora Slink che ormai aveva smesso di andare in cerca di aspiranti mariti. Sapeva che di lì a poco tempo i due si sarebbero innamorati. E fu così che in una notte di luna piena Lumachina e Lumaciuffo si innamorarono. Le loro antenne si intrecciarono ritmicamente in quella che era la danza dell'amore delle lumache.
-Che ridere mami mami. E' come quando spingo il mio nasino contro il tuo e intrecciamo i nostri baffetti?-
Ma pisittino! Io non ho i baffetti!
-Sì mami mami!-

-Che paura mami mami!-
“Questo è un pezzo di vetro, figliola! Ma non è un vetro qualsiasi. E’ uno specchio”. La lumachina ancora spaventata fissò ora la signora Slink ora lo strano oggetto e poi ascoltò la spiegazione della paziente cavalletta. “Allora la cosa che ho visto in quello specchio era la mia immagine riflessa?” chiese Lumachina. “Certo” rispose signora Slink e le spiegò che non essendosi mai vista prima dall’esterno ciò che vedeva le faceva paura. “Ma perché allora mio fratello di mezzo mi disse che avrei visto ciò che è invisibile agli occhi? Io non sono mica invisibile!” disse perplessa la lumachina. “Forse non sei invisibile a tutti noi ma sei invisibile a te stessa, Lumachina! Siamo abituati a guardarci con gli occhi degli altri. Tutti ti dicono che sei una bella lumachina, dalle lunghe e sottili antenne e tu così sai di essere. Se qualcuno ti chiede come è la tua faccina tu rispondi come gli altri te l’hanno sempre descritta. Ma tu coi tuoi occhi non ti sei mai guardata e così hai visto ciò che sinora è stato invisibile ai tuoi occhi”. Tuttavia la cavalletta sapeva che questa era solo una parte della verità. La prese per mano, seguita da Lumaciuffo, e la portò davanti al confine del prato. “Ma signora Slink, è pericoloso sostare al confine col prato! I saggi lumaconi ci proibiscono di fermarci lungo il confine. Potrebbero comparire i vermi giganti e mangiarci in un sol boccone!”. “Fidati Lumachina, fidati. Ora dai le spalle al confine e metti lo specchio di fronte alla tua faccia. E poi guarda attraverso lo specchio ciò che hai alle spalle!”. Fu un po’ difficile per Lumachina riuscire a coordinare i movimenti del proprio corpo con l’orientamento dello specchio, ma alla fine ci riuscì e non poté credere ai propri occhi!
- Cosa vide mami mami?-
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